Gli aerogeneratori e la vicinanza alle abitazioni

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Gli aerogeneratori e la vicinanza alle abitazioni. L’impatto del rumore degli aerogeneratori sulla salute. Una silloge della letteratura e del dibattito in materia.

Come molti avevano fatto notare anni fa, tutti questi problemi, assieme alle relative spese legali e alle inchieste pubbliche, avrebbero potuto essere evitate con la più semplice delle soluzioni: collocare le turbine eoliche ad una distanza dalle case tale da proteggere gli occupanti da conseguenze pregiudizievoli alle salute. Benchè questo lavoro esamini in primo luogo le politiche britanniche, gli effetti indesiderati sulla salute sono universali.

Il testo inizia fornendo un quadro dell’impatto del rumore delle turbine eoliche come riferito da famiglie e comunità nel Regno Unito, Giappone, Australia, Canada ed in tutta Europa.

Il primo capitolo raccoglie e riporta alcuni casi recenti di problemi alla salute sofferti da famiglie esposte per lungo tempo al rumore delle turbine eoliche.

Il capitolo 2 esamina i punti di vista dei principali esperti di acustica circa l’impatto fisico del “bombardamento” acustico sulle persone.

Il capitolo 3 discute le ricerche mediche di autorità internazionali riconosciute come ad esempio l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Come per molti casi di sanità pubblica, i problemi sono cominciati da casi in cui le turbine erano state costruite troppo vicine alle case. Le proteste erano cominciate ad emergere in modo non sistematico, perchè spesso le persone colpite non associavano l’improvvisa comparsa dei disturbi del sonno, mal di testa o difficoltà di concentrazione con il rumore. La maggior parte di queste persone aveva fiducia quando le società di energia ed i loro stessi pubblici amministratori affermavano che le turbine non erano intrusive, che il rumore prodotto era facilmente mascherabile dal rumore di fondo e che l’entità del rumore poteva essere paragonato a suoni familiari, come quello di un frigo in cucina o una silenziosa conversazione in biblioteca. Inizialmente tutte le persone colpite pensavano che i propri nuovi sintomi fossero unici. Quanto più i lamenti di chi viveva vicino a nuovi siti eolici emergevano, alcuni dei pazienti – e alcuni medici – cominciarono a sospettare che la fonte dei loro problemi fosse da associare con il rumore prodotto dalle pale. Questa associazione sembrava ancora più verosimile perchè i sintomi diminuivano quando essi si allontanavano da casa. Inoltre i sintomi ricomparivano quando tornavano alle loro abitazioni.

Il capitolo 4 prende in considerazione la violazione di diritti umani internazionali fondamentali, quando i pubblici amministratori, nel desiderio di raggiungere gli obiettivi energetici, agiscono a detrimento della salute e della dignità delle famiglie.

L’influente industria eolica ed i suoi lobbisti, gli enti pubblici, le organizzazioni ambientaliste e molti mass media spesso utilizzano etichette negative, tipo “NIMBY”, per stigmatizzare chi si lamenta come insensibile all’inquinamento atmosferico ed al riscaldamento globale, onde togliere importanza alle loro denunce. E’ tuttavia essenziale ricordare che molte delle vittime del rumore da turbina eolica erano le stesse persone inizialmente favorevoli alle pale, comprendendo il dilemma di bilanciare esigenze ambientali e domanda di energia. Invece, essi vengono marginalizzati e presentati come stupidi ed egoisti.

I problemi di salute pubblica spesso evolvono gradualmente e diventano più evidenti solo col passare del tempo e la durata dell’esposizione.

La soluzione è sempre sembrata ovvia: collocare le pale più lontano dalle case e dalle altre strutture sensibili. Naturalmente si deve determinare la distanza ottimale, ma qui cominciano i guai, con le industrie che spingono per distanze piccolissime, mentre molti altri perseguono una collocazione più precauzionale, nel tentativo di proteggere benessere, dignità e qualità della vita.

Va notato che gli sviluppatori dell’energia eolica spesso affermano che non esistono virtualmente studi sul rumore delle pale e nessuna prova sugli effetti negativi (Ndt: ciò è accaduto di recente anche durante l’assemblea pubblica di presentazione dell’impianto di monte Bastione). Comunque non ci sono solo studi specifici sugli effetti negativi del rumore delle pale, ma anche studi sul rumore con caratteristiche acustiche simili o condivise. Il rumore delle pale è particolarmente complicato a causa del “cocktail” delle caratteristiche fisico-acustiche che riguardano l’inquinamento da rumore. Il rumore pulsante, caratteristico delle pale, può essere più intrusivo di altri tipi di rumore, e le pulsazioni includono componenti sia udibili che non-udibili, cioè rumore a bassa frequenza, infrasuoni e vibrazioni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di abbassare i decibel consentiti quando il rumore contiene queste caratteristiche. L’OMS fa queste raccomandazioni non solo per ridurre il fastidio e il disturbo, ma perchè studi epidemiologici indicano chiaramente che il rumore ambientale è pregiudizievole e dannoso alla salute.

Scegliere una distanza minima di due chilometri come tutela tra abitazioni e turbine eoliche, sebbene una distanza ancora maggiore potrebbe rivelarsi necessaria, non è eccessivo quando le vite e il benessere degli interessati vengono presi in considerazione. C’è ancora un’ampia opportunità per gli sviluppatori di posizionare i loro impianti in modo più appropriato e per la Pubblica Amministrazione di correggere gli errori nella politica che consente questi effetti negativi, imprevedibili e inaccettabili.

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