L’Appennino Tosco Emiliano proclamato riserva biosfera Unesco!

L’Appennino Tosco Emiliano proclamato riserva biosfera Unesco!Implicito riconoscimento internazionale all’azione pluriennale, dispendiosissima e misconosciuta condotta dai comitati della Rete della Resistenza sui Crinali. Questi combattivi cittadini hanno evitato gli inutili sfregi ambientali e paesaggistici che sarebbero stati provocati dagli innumerevoli impianti eolico-industriali che erano stati proposti proprio su quelle stesse montagne. A quando il doveroso riconoscimento anche da parte dei pubblici amministratori ai meriti di questi volontari?

Appennino Tosco Emiliano

Un risultato straordinario, che ci permette di entrare in circuiti di promozione turistica internazionali e di coniugare la tutela del territorio, della cultura e delle tradizioni con lo sviluppo economico. Si tratta di luoghi che grazie alle loro eccellenze possono soddisfare un turismo sempre più alla ricerca del mix tra cultura, enogastronomia, ambiente e wellness”.

Un risultato straordinario… Così si è espresso, senza mezzi termini, nella conferenza stampa di lunedì scorso a Bologna il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.

Bonaccini ha di che essere orgoglioso: l’Appennino Tosco Emiliano è stato infatti iscritto dal Consiglio internazionale di coordinamento dell’Unesco nelle riserve MAB (Man and the Biosphere Programme).

Leggiamo dal sito Unesco di che cosa si tratta:

Il Programma MAB (Man and the Biosphere)  è stato avviato dall’UNESCO negli anni ’70 allo scopo di migliorare il rapporto tra uomo e ambiente e ridurre la perdita di biodiversità attraverso programmi di ricerca e capacity-building. Il programma ha portato al riconoscimento, da parte dell’UNESCO, delle Riserve della Biosfera, aree marine e/o terrestri che gli Stati membri s’impegnano a gestire nell’ottica della conservazione delle risorse e dello sviluppo sostenibile, nel pieno coinvolgimento delle comunità locali. Scopo della proclamazione delle Riserve è promuovere e dimostrare una relazione equilibrata fra la comunità umana e gli ecosistemi, creare siti privilegiati per la ricerca, la formazione e l’educazione ambientale, oltre che poli di sperimentazione di politiche mirate di sviluppo e pianificazione territoriale”.

L’Appennino Tosco Emiliano, per chi non se ne fosse finora accorto da solo, è stato dunque ufficialmente riconosciuto come “sito privilegiato per la conservazione delle risorse e dello sviluppo sostenibile”.

Ed ecco la motivazione, traducendo quanto pubblicato sul sito dell’Unesco:
“La Riserva della Biosfera dell’Appennino Tosco-Emiliano (Italia) è situata nelle regioni Toscana ed Emilia-Romagna, nell’Italia Centro-settentrionale. Essa copre il crinale appenninico tosco-emiliano dal passo della Cisa al passo delle Forbici. Questa striscia di crinale segna il confine geografico e climatico tra l’Europa continentale e l’Europa mediterranea… La riserva contiene il 70% di tutte le specie presenti in Italia, incluse specie di uccelli, anfibi, rettili, mammiferi, pesci, il lupo e l’aquila reale, ma anche una grande biodiversità nelle piante, con almeno 260 specie acquatiche e terrestri. La principale attività economica è l’agricoltura, con varie tipologie a seconda del paesaggio. Recentemente si è sviluppata un’economia turistica per migliorare il legame tra turismo ed agricoltura, con, ad esempio, i ristoranti con menu “a chilometri zero” che utilizzano i prodotti locali”.

Il riconoscimento internazionale ha perciò reso orgogliosi soprattutto i comitati Cisatel, La luna sul monte e Cisa-Cirone, che hanno a più riprese difeso proprio la zona attorno al passo della Cisa, qui menzionato dall’Unesco, dalle ondate della grande speculazione eolica, generata esclusivamente dai famigerati eccessi di incentivazione governativa a quel settore.

Acuta l’osservazione del sottosegretario alla presidenza della Regione Emilia-Romagna Andrea Rossi, commentando il conferimento sul portale della Regione:

“Una grande e riuscita operazione, che per l’Emilia-Romagna è motivo di profonda soddisfazione. Assieme al Delta del Po, la montagna tosco-emiliana diventa luogo di tutela ambientale e di promozione di uno stile di vita. Credo sia significativo che siano proprio due territori che in passato hanno subìto un impoverimento demografico ed economico a vedere riconosciuto un grande valore. Valore che non è legato solo al paesaggio, ma anche alle produzioni agroalimentari, agli insediamenti storici, al patrimonio di biodiversità”.

“Forte sarà l’impegno della Regione – ha concluso il sottosegretario – per sostenere questi territori, che oggi hanno ottenuto un riconoscimento straordinario”.

Molto bene: ne prendiamo atto con piacere. Vedremo se, nel caso di prossimi – malaugurati – progetti eolici su quei crinali, alle parole seguiranno i fatti.

Particolarmente ispirate appaiono le parole del presidente del parco, Fausto Giovanelli, qui riportate:

“L’appartenenza alla Rete MaB rappresenta un punto d’arrivo e un successo; si accresce così il valore del lavoro e dell’intelligenza di generazioni, dei nostri genitori, dei nostri nonni e delle persone che investono il proprio impegno sull’Appennino. Questo successo è un riconoscimento anche alla bellezza e alla ricchezza ecologica delle nostre montagne che separano e connettono l’Europa e il Mediterraneo. MaB è un inizio per dare ai bambini, alle ragazze e ai ragazzi l’orgoglio di appartenenza alla nostra terra, insieme con il supporto e le conoscenze necessarie per progredire sulla via dell’innovazione e dello sviluppo sostenibile, con la responsabilità e la volontà di collaborare tra di loro e con tutta la gente e i territori della Rete UNESCO e di tutto il pianeta”.

Sembrano argomenti – e persino vocaboli – tratti dalle centinaia di lettere di osservazioni contro i progetti di ciclopici impianti eolico-industriali che i comitati dell’Alto Appennino hanno inviato in questi anni alle Conferenze dei Servizi.

Concludiamo le dichiarazioni ufficiali con il commento del ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti:

“L’Unesco… evidenzia la straordinaria biodiversità e ricchezza di paesaggi del nostro Paese e, al tempo stesso, riconosce la capacità delle comunità locali di saper trovare il giusto equilibrio fra uomo e natura, valorizzando l’insieme delle risorse umane, naturali, culturali, paesaggistiche e produttive presenti sul territorio“.
E ancora:

“Il riconoscimento pervenuto da Parigi mi riempie di orgoglio e conferma la bontà dell’azione di salvaguardia dell’ambiente avviata dal governo italiano. Alla mia gioia di Ministro si unisce la mia gioia di emiliano per il risultato raggiunto dal mio territorio: sono doppiamente felice, doppiamente orgoglioso”.

Un suggerimento al ministro Galletti per meglio esprimere felicità ed orgoglio: riconosca pubblicamente il ruolo di tutela svolto in questi ultimi anni dai comitati di cittadini emiliani, romagnoli e toscani nell’opporsi con successo alle pale giganti sui loro crinali, senza il quale questo importante riconoscimento non sarebbe mai stato conseguito.

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4 risposte a L’Appennino Tosco Emiliano proclamato riserva biosfera Unesco!

  1. FLAVIO SANTORO ha detto:

    Complimenti ,se si giunti a questo risultato,è grazie sopratutto agli amici delle rete resistenza sui crinali che hanno da sempre condotto con passione è competenza una battaglia per la tutela dei territori contro gli abusi è le speculazioni delle lobby eoliche e loro amici…
    In altri territori, dove purtroppo non c’è stato piena consapevolezza è sopratutto un “sistema” che lottasse contro abusi è deturparmenti paesaggistici ,si è giunti ha una devastazione irremediabile del paesaggio /territorio locale con piantaggioni di torri eoliche….

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