L’eolico a Scansano dopo dieci anni: dalle belle favole alla cruda realtà

Nel recente bilancio di previsione del Comune leggiamo l’implicita condanna di una scelta che avrebbe dovuto portare il benessere perpetuo alla popolazione locale. Il tempo è sempre galantuomo: ora gli amministrati dovranno pagare gli errori e le false promesse dei loro amministratori; e tenersi le pale che allontanano il turismo in cerca delle bellezze della Toscana rurale. Aerogeneratori dalle pale lunghe e bugie dalle gambe corte. Indovinate un po’ chi ci ha guadagnato. Un ennesimo monito alle centinaia di Comuni appenninici a cui è stato gettato il micidiale amo con l’esca dell’eolico salvifico. 

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Scansano: l’impianto eolico che incombe sul Castello di Montepò (XI secolo), posto al centro dei vigneti del Morellino.

Il Comune di Scansano (GR) è in bolletta.
Un buco da 700.000 euro affonda le casse comunali e nel bilancio di previsione 2016-2018
delibera bilancio Scansano la cosiddetta “spending review” – ossia il taglio delle spese correnti – la Giunta cerca disperatamente di turare la falla, per “evitare il dissesto finanziario dell’Ente”.
Le soluzioni sono allarmanti per la popolazione: chiusura del teatro al termine della stagione 2016; riduzione dei percorsi dello scuolabus e sospensione del servizio di accompagnamento sul trasporto per la scuola dell’infanzia; incremento di quasi il 65% delle tariffe per la refezione scolastica; incremento delle tariffe cimiteriali e introduzione di una tariffa sulla sepoltura; riduzione delle pulizie per gli uffici del Comune a solo uno o due giorni a settimana; Museo della Vite e del Vino aperto solo durante il periodo estivo con addetti del servizio civile regionale. E altre iniziative disperate di fare cassa, come l’installazione di autovelox.
Ciò che colpisce del deficit di bilancio è che questo Comune circa 10 anni fa salì alle cronache di tutta Italia per essere diventato sede di un discusso impianto eolico
di grandi dimensioniil prototipo per l’Italia centrale – da cui, stando alle dichiarazioni di politici ed amministratori, avrebbe tratto grandi benefici di sviluppo, progresso e turismo.
All’epoca della realizzazione l’assessore regionale Anna Rita Bramerini affermava con enfasi, che “… il parco eolico di Scansano rappresenta un esempio virtuoso, … con i suoi 20 megawatt è il più potente e produttivo del centro Italia.” (dal sito della Regione). E ciò avrebbe comportato sensibili ricadute per gli introiti dell’Amministrazione, oltre che posti di lavoro e folle di turisti.
Anche l’allora sindaco Morini dichiarava entrate rilevanti dall’impianto eolico (si assicuravano 120 mila euro all’anno) e dagli impianti fotovoltaici, voluti a spada tratta benché paesaggisticamente impattanti.

Ora c’è da domandarsi come mai la cruda realtà smentisca le rosee previsioni.

L’impianto non produce energia adeguata a sostenere i bilanci comunali? Le stime dell’epoca erano alquanto sovradimensionate? Lo sviluppo e i posti di lavoro sono evaporati come neve al sole? I turisti preferiscono le antichità di Sorano alle pale eoliche di Scansano?

Fatto sta che all’epoca ci fu una vera e propria mobilitazione di molte forze politiche ed istituzionali a favore dell’impianto, come il Presidente della Provincia, quello della Regione, Legambiente, e infine le pressioni sul Consiglio di Stato per la riapertura, mentre ad oggi il parco eolico dimostra infondate tutte le opportunità millantate e lascia in braghe di tela l’Amministrazione comunale, priva anche della copertura alle spalle da parte della tramontata Provincia.

Chi ci ha guadagnato in questo affare? Non di certo la popolazione, con posti di lavoro mai visti e il panorama del Castello di Montepò violato dai mostri eolici. E, a quanto risulta, tantomeno l’Amministrazione! Forse solo la società che gestisce l’impianto. Ne valeva la pena?

Ci auguriamo che adesso la popolazione di Scansano pretenda dai suoi amministratori almeno di chiarire che cosa si intende con la direttiva “definire la pratica relativa alla convenzione con la società proprietaria del parco eolico, valutando se preferibile sottoscrivere una nuova convenzione, come proposto dalla ditta, oppure attivarsi affinché siano rispettati gli impegni assunti con la convenzione vigente, al fine di stabilire i proventi effettivamente spettanti al Comune di Scansano”. Sembrerebbe che “gli impegni assunti” dai proprietari dell’impianto non siano stati rispettati e, allo stesso tempo, quegli stessi proprietari propongano… una nuova convenzione! Altrove ci si attenderebbe di conoscere tutti i numeri dell’impianto di questi dieci anni (Qual è stata la produzione reale? E quanto il gettito per le casse comunali? Quale differenza con le promesse? A quanto ammonta il contenzioso?) e la punizione dei responsabili di tutte le panzane che erano state raccontate.

Morale della favola: si auspica che la vicenda sia di monito per altre imprese simili, prive di valide analisi economiche; ma lasciamo le favole al mondo dei bambini!

Sennuccio del Bene
Comitato GEO – Ambiente & Territorio di Monterotondo Marittimo (GR)

Geo Monterotondo

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